Gli attentati del giorno di Pasqua 2019 in Sri Lanka hanno lasciato tutti sgomenti e senza parole. In particolare i cattolici perché ad essere colpite sono state tre chiese molto frequentate e al contempo sono state colpite strutture ricettive del turismo, importante risorsa emergente del paese.
Chi come me e mio marito ha avuto la fortuna di conoscere e vedere dal vivo quel mondo, resta incredulo di fronte ad una notizia del genere. Incredulo perché lo Sri Lanka è uno di quei posti in cui l’integrazione religiosa e il rispetto reciproco sono realtà affermate.
Durante la nostra permanenza siamo stati invitati ad un matrimonio cattolico di una parente delle suore di Lansigama la cui missione viene sostenuta da Vita e solidarietà. Proprio in quella occasione abbiamo avuto modo di vedere ospiti cattolici, buddisti, e musulmani seduti agli stessi tavoli mangiare insieme, ognuno col proprio abito, simbolo della propria religione.
Anche parlando con le suore sembrava che ormai si stesse lentamente superando la profonda crisi che aveva visto contrapposte nella guerra civile le due etnie tamil e cingalese.
Da sempre la Chiesa cattolica è stata fautrice di pace e non di divisione. Basti pensare che i bambini aiutati dalle suore delle missioni che anche noi sosteniamo negli asili e negli orfanotrofi sono solo in minima parte cattolici. Probabilmente l’attacco alle Chiese e soprattutto agli hotel avrà un significato che va ben oltre la religiosità.
Difficile per noi trovare un senso, se non quello di diffondere nuovamente la paura. La paura che ti blocca proprio in quei luoghi in cui invece ci si dovrebbe sentire più sicuri.
La nostra speranza è che non vinca la paura e che non si indebolisca l’azione delle missioni religiose così importanti per la popolazione più debole e bisognosa.
Rossella Tascone